si apre con CHIAMARLA V il 4/5/6 novembre a Roma TRITTICO

TRITTICO- primo spettacolo CHIAMARLA V

TRITTICO- primo spettacolo CHIAMARLA V      

#DONNE #AMBIENTE #LAVORO queste le tematiche dei tre spettacoli che compongono Trittico, per ridere e per riflettere, perchè si può riflettere anche divertendosi!! si comincia dalle DONNE con #chiamarlaV il 4/5/6 di novembre al Teatro Le Sedie

CON #danielagiordano e #danilamassimi

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TRITTICO in scena a Roma dal 4 novembre

Trittico con Daniela Giordano e Danila Massimi

Trittico con Daniela Giordano e Danila Massimi

TRITTICO raccoglie e propone 3 imperdibili spettacoli del duo Giordano-Massimi, CHIAMARLA V, DI CHI E’ LA TERRA?, PANE E CORAGGIO, su altrettante tematiche importanti: donne, ambiente, lavoro.

La collaborazione tra le due formidabili artiste multidisciplinari Daniela Giordano e Danila Massimi è iniziata nel 2013, quasi per gioco, ed è diventata sempre più negli anni una realtà di sorprendente ricerca espressiva. Entrambe utilizzando il canto, la musica, il ritmo, la poesia, la parola, affrontano con acuta intelligenza, graffiante ironia ed emozionante vibrazione poetica, sintesi tematiche importanti e scottanti che riguardano i diritti umani e dell’ambiente.

dal 4 al 27 novembre a Roma al Teatro Club Le Sedie, Roma – prenotazioni tel.320 1949821

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LA SCELTA DEL TEMPO: quando la riflessione diviene necessità

Daniela Giordano e Laura Mazzi

Daniela Giordano e Laura Mazzi

LA SCELTA DEL TEMPO: quando la riflessione diventa necessità

Recensione a La scelta del tempo del 4 febbraio 2016 su CORRIERE DEL WEB.IT
E’ un progetto interessante, diretto e incisivo nella sua semplicità, questo “La scelta del tempo”, in scena al Teatro Le Sedie di Roma dal 28 al 31 Gennaio.
Scritto e diretto da Daniela Giordano (da un’idea di Guido Giordano), ha per protagonista la stessa autrice e Laura Mazzi, accompagnate dal ChorusFamiliae, composto da Silvia Castorina, Donatella Giordano, Guido Giordano, Gabriele Scognamiglio, Veronica Scognamiglio e Anna Giordano.
Il lavoro vuole essere una riflessione sulla guerra e le sue conseguenze, che, partendo dal generale, opera uno zoom sulle piccole realtà umane che sono vittime, quasi sempre passive, delle catastrofi generate dalle guerre. 
Il clima del conflitto è chiaramente evocato già dall’inizio: suoni di guerra, rumore di artiglieria e bombe, i fuochi di alcune fiaccole che indicano la strada al pubblico e lo accolgono in sala, trasportandolo in una realtà inquietante e sempre attuale.
E da qui si snoda il discorso drammaturgico di Daniela Giordano e l’interpretazione convincente delle due attrici, che racconteranno l’orrore con gli occhi di una infermiera, di una ricamatrice, di una donna che deve organizzare un pranzo per i parenti, di un giovane ragazzo chiamato alla guerra. 
Alcuni spunti concettuali sono veramente interessanti, e la Giordano dipinge il tutto con i colori di una scrittura che sa essere, allo stesso tempo, viva e colorata di morte; infatti è proprio il rapporto fra la quotidianità della vita e il dover subire una morte “imposta” il leitmotiv della messinscena. 
La chiusura, affidata alle parole di Nazim Hikmet, poeta emblema della libertà dell’essere umano, è allo stesso tempo la cristallizzazione di una speranza e un inno alla vita.
I quattro quadri sono intervallati dai cori dei canti tipici degli Alpini, quasi a voler riportare l’esperienza della guerra entro delle coordinate spazio – temporali ben definite, e a voler legare un filo, rosso di sangue e di dolore, come il rossetto dell’infermiera, che leghi e assommi tutti gli orrori della guerra in Italia.
Una buona serata di teatro politico, di teatronecessario, onesto e senza sbavature, con degli ottimi propositi di contenuto e senso, seguiti da un esito ancora più penetrante e definitivo.
 
 
G. M. 
#danielagiordano #lasceltadeltempo
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LA SCELTA DEL TEMPO. Questione di vita

Recensione la scelta del tempo di Annalisa Civitelli su La nouvelle Vague

Il peso delle circostanze, delle azioni istintive, di quelle non ragionate, follia. Il peso del tempo e il suo valore, i canti, la pace, le foglie, gli alberi, esseri umani, tutti diversi. Le scelte. Dipende tutto da noi. Sullo scorrere del tempo, per non perderci il necessario.

Daniela Giordano e Laura Mazzi

Uno spettacolo da portare in pancia, dalla quale entra l’essenza, si metabolizza, ci si ferma e si pondera. Al Teatro Le Sedie di Roma, zona Labaro, quattro giorni intensi, in cuiLa scelta del tempo, dal 28 al 31 gennaio riesce a catalizzare il pubblico. Una produzione CRTscenamadre con il contributo di Nuovo IMAIE, in collaborazione con Alcantara Teatro.

La scelta del tempo nasce da un’idea di Guido Giordano, per la regia di Daniela Giordano. Vede in scena la stessa affiancata da Laura Mazzi. Di sottofondo un coro alpino, ilChorus Familiae, formato da Silvia Castorina, Donatella Giordano, Guido Giordano, Gabriele Scognamiglio, Veronica Scognamiglio e Anna Giordano.

La scelta del tempoBuio. Con il buio si crea la dimensione voluta. Rumori, bombardamenti, mitraglie. L’entrata a teatro è inquietante, un trepido ci angoscia. Ma le torce illuminano quel poco che basta, si prende posto e ci si tranquillizza.

Buio. Daniela Giordano appoggiata alla parete, con la torcia si illumina dal basso. Solo il volto in evidenza. Prende possesso della sua voce. Monologo. Pensieri liquidi invadono lo spazio. Noi non facciamo altro che seguirla dentro la poetica che avvolge.

Frasi. Luce e ombre. Interstizi, natura, alberi come persone, con le loro diversità. Li riconosce perché ne conosce i nomi. Ci vuole destrezza. Ogni nome una forma. Paragoni, metafore che ci avvicinano ai tronchi e alle chiome.

Poesia, luoghi, boschi. Note di pianoforte si aggiungono all’atmosfera. Sentirsi parte del tutto. Tutto in uno, fondersi. L’ascolto è importante. I canti degli alpini si intervallano, la fisarmonica a bocca è suono delicato. Quadri. Fotografie in bianco e nero proiettate su chi canta.

Si parla della guerra. Fatti storici, sensazioni, freddo, uomini allineati. Madri, figli, bambini, pargoli, studenti, soldati, assassini. Panni stesi e insanguinati su una carrucola a due fili. Le rime sono un’eco. Due voci si intersecano. Rumore, musica. Immagini, istantanee di dolore.

Scene. C’è chi interpreta un’infermiera, Laura Mazzi, e c’è chi prende la parte di una ricamatrice, Daniela Giordano. La guerra è banale. La sigaretta è una carezza nostalgica su un amore raggiunto per essergli vicino. Una pausa per ricordare i nomi dei morti e dei feriti.

Le pezze sono invece decorate. Ricerca. I nomi dei punti da ricamo, infinitesimali, si infilano nella memoria. Tutti differenti come le sfilature. Lavoro manuale e a macchina. Tempo. Ci vuole tempo e la sua valorizzazione. Il punto è passione, storia che si tramanda. Tutto dipende da noi.

Il desiderio di un pranzo per riunire la famiglia. Una tovaglia per 25 persone, ma non si hanno le idee chiare. Le diatribe familiari complicano. Frenano l’impulso. Non si vuole trovare un compromesso, una tregua. Meglio. Non si combatte, non si lotta. La pace dentro è più importante.

Questione di controtempo. Ragionamenti sulla guerra e sulla pace. Liberarsi dalla semplice irragionevolezza, per seguire l’istinto. Follia. Non si cerca il confronto per aggiustare. Ci si immobilizza. Privazione.

La sensazione è quella di esser presi per mano. Guerra antica, guerre di oggi. I percorsi della vita, quasi, sono ciò che al pubblico viene proposto. Sui rapporti umani. Una presa di coscienza del fare, creando le giuste circostanze. Perché tali ci rendono migliori.

La guerra è banale, basterebbe soffermarsi. Ascoltarsi, dialogare. Tutto dipende da noi. Il coraggio è amare la vita. Sulla poetica di Hikmet si conclude un immaginario da vedere, da ascoltare. Intimo e riflessivo. Alla vita.

La pace quale significato assume?

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La vita non è uno scherzo. Ce lo racconta LA SCELTA DEL TEMPO

Recensione allo spettacolo la scelta del tempo su Momento Sera

Daniela Giordano e Laura Mazzi

E’ un lavoro inedito quello che fino al 31 gennaio è in scena al Teatro Le Sedie di Roma. Un lavoro delicato, intimo, doloroso ma che dà speranza, che si interroga, che scava, che pone quesiti sulla responsabilità che ogni essere umano ha nei confronti della guerra, della pace, della vita e della morte.
Daniela Giordano sul palco dell’unico teatro del quartiere Labaro di Roma, accompagnata da un altrettanto intensa Laura Mazzi interpreta e dirige La scelta del tempo da un’idea di Guido Giordano.  Il pubblico non ha scampo. Entra a teatro in un clima di guerra. Al buio, viene inviato ad accomodarsi, due torce gli indicano il passaggio e intanto rumori di bombe, di crolli, di arme da fuoco risuonano per tutto il teatro. Si è in guerra, una guerra non così tanto lontana da noi. In un’ora di spettacolo, al buio, con pochissimi effetti scenici, la Giordano che dirige con eleganza il lavoro, accompagna la sala gremita di gente, nei momenti che precedono e seguono un conflitto. In scena due donne e non solo. Nell’interpretazione magistrale delle due attrici, ci sono  tante mogli, madri e altrettante figlie che offrono un punto di vista diverso relativo ai conflitti. Dapprima due monologhi catalizzano l’attenzione del pubblico, intervallati dai canti alpini del  Chorus Familiae,  poi un dialogo tra due donne che ben spiega al pubblico quanto tutto non sia un caso, quanto tutto “dipenda da noi”.
Quattro quadri, dunque, che raccontano storie di donne che hanno perso compagni e figli in conflitti che forse potevano essere fermati. L’importanza del tempo sottolineata anche dalla presenza di tre generazioni, lì sul palco a cantare il dolore degli Alpini. Insolito e ben equilibrate, infatti, sono le esibizioni del Chorus Familiae composto da Silvia Castorina, Donatella Giordano, Guido Giordano, Gabriele Scognamiglio, Veronica Scognamiglio, Anna Giordano.
Un lavoro che catalizza l’attenzione, quadri diversi che hanno un filo conduttore: la guerra e il suo orrore. E questo orrore lo troviamo nel monologo dell’infermiera dalla labbra rosso ciliegia, unico colore in quel mondo grigio; lo troviamo nelle rime di un dialogo tra donne, intente a stendere i panni di un bambino, poi di un fanciullo che sarà soldato e infine assassino. Tutine, maglie, calzoni stesi, prima candidi poi sporchi di sangue. L’orrore colpisce il ventre di ogni spettatore, ma non si può fare a meno di ascoltare.
Chiude il delicato lavoro la poesia di Hikmet “La vita non è uno scherzo”. Un messaggio che emoziona, che invita a prendere  sul serio questo dono che abbiamo, perché in fondo non possiamo fare che vivere.

A.V.

Daniela Giordano e Laura Mazzi

Daniela Giordano e Laura Mazzi

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LA SCELTA DEL TEMPO

Teatro Le Sedie, Roma, dal 28 al 31 gennaio 2016 Vicolo del Labaro 7- tel. 3201949821

LA SCELTA DEL TEMPO

Di Daniela Giordano

Da un’idea di Guido Giordano

Con

Daniela Giordano e Laura Mazzi

e

Chorus Familiae : Silvia Castorina, Donatella Giordano, Guido Giordano, Gabriele Scognamiglio,        Veronica Scognamiglio,  Anna Giordano

Regia  Daniela Giordano

Direzione del Coro Emanuele Levi Mortera

Scene Erika Cellini

Aiuto regia Benedetta Rescigno

Amministrazione Alessandro Manciocchi

Ufficio Stampa Rocchina Ceglia

Una produzione CRTscenamadre con il contributo di Nuovo IMAIE

In collaborazione con AlcantaraTeatro

LA SCELTA DEL TEMPO

LA SCELTA DEL TEMPO

 

Ultima opera drammaturgica di Daniela Giordano che riunisce insieme sulla scena, incredibilmente, tutta la sua famiglia. Un grido contro la guerra. e un atto d’amore e gratitudine per la sua famiglia. La guerra si aborre, la guerra si condanna, la guerra ci fa paura, eppure  non la si evita.  Di fronte alle immani catastrofi che ogni conflitto reca con sé, giuriamo sempre “mai più!”, eppure  c’è sempre la volta dopo.  Non siamo noi a decidere, ci diciamo, sono le circostanze. Ma sarà vero? Davvero non abbiamo nessuna parte nella decisione? A cent’anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, passando per una Seconda Guerra Mondiale, la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, la guerra del Vietnam, dei Balcani, dell’Afganistan , dell’Iraq, della Siria, gli attacchi a Parigi, e gli innumerevoli altri conflitti,  guardando il nostro presente e il nostro passato, siamo davvero sicuri che in noi non ci sia neanche in piccola parte un germe di guerra? Ma soprattutto, la Pace, cos’è? E se ognuno di noi, individualmente, scegliesse di non rispondere all’appello, di gettare via il fucile, di creare anche quando sembra impossibile occasioni di dialogo che tengano conto di un destino più alto, quello dell’umanità, nel quale ognuno di noi è compreso? Un atto privato, lontano dagli onori della cronaca, una somma di azioni quotidiane, di scelte personali mai facili quando siamo oppressi dalle circostanze. La scelta del tempo è uno spettacolo costruito in quadri sulla guerra dove la guerra non c’è, ci sono i momenti prima, i momenti dopo, madri, spose, figlie, che offrono un punto di vista diverso. Esiste un punto di vista differente, che possa essere necessario a un cambio di atteggiamento interiore?  Forse, sì.  La scelta del tempo è una famiglia di tre generazioni, che si mette a nudo in scena, con la sua tradizione intima di canti alpini, unita in un coro che segna quanto amara e banale sia la guerra. Tutte le guerre.  La guerra è banale. La vita, no, è una cosa seria.

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DI CHI E’ LA TERRA? BALLATA PER CHICCO DI GRANO, PANNOCCHIA E SACCHETTO

 Roma 15 maggio ore 20.30
Anche il cibo è cultura, scambio, educazione.

Festad’Africa Festival 2015, realizza il suo primo evento sul cibo in collaborazione con Bibliothè.

LOCANDINA 15 MAGGIO 2015

DI CHI E’ LA TERRA?

BALLATA PER CHICCO DI GRANO, PANNOCCHIA E SACCHETTO

Con

DANIELA GIORDANO,

DANILA MASSIMI,

MICHELE CITONI

La Ballata rap Di chi è la Terra?, è il filo conduttore della storia, nella quale si affacciano i personaggi, alimenti e cose, che presentano le loro problematiche. Appropriazione delle terre, perdita di identità dei cibi, perdita di diritti delle popolazioni che abitano le terre diventate grandi piantagioni di cereali per biomassa e biocarburanti, impoverimento, fame. Tutti rispondono alla domanda: di chi è la terra? Di chi la abita o di chi la governa?

Ne parlano: Chicco di grano, Pannocchia e Sacchetto.

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A Milano si è inaugurata in questi giorni EXPO che dedica al cibo la tematica guida. Non tutto ciò che pensiamo cibo, viene coltivato per soddisfare i bisogni alimentari del pianeta. Grani e cereali sono diventati flex crops, vale a dire flessibili all’utilizzo per fini diversi da quello alimentare. La green economy necessita di grandi aree per coltivare cereali e vegetali destinati a biocarburanti e bioplastiche, generando un fenomeno chiamato land grabbing, accaparramento delle terre, che nega i diritti di sopravvivenza e di utilizzo alle popolazioni che ci vivono da sempre. L’Africa è uno dei continenti maggiormente coinvolti dal fenomeno del land grabbing. Impariamo in modo creativo: sapere ci permette di agire facendo la differenza.

CRTscenamadre/FESTAD’AFRICAFESTIVAL

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Orpheus a Trieste

dal 15 al 18 gennaio 2015
Politeama Rossetti, Sala Bartoli

LOCANDINA ORPHEUS 2015

Di: Daniela Giordano
Costumi: Patrizia Pitzalis
Luci: Giuseppe Falcone
Musiche: composte ed eseguite da Ismaila Mbaye e Djibril Gningue
Regia: Daniela Giordano
Produzione: CRT Scenamadre – Festa d’Africa Festival
Interpreti: Daniela Giordano e Ismaila Mbaye e Djibril Gningue
Danza: Jean Ndiaye
Coreografia: Lamine Dabo
Repliche: 4

È stato già applaudito in Algeria, Egitto e Marocco oltre che in Italia, l’Orpheus scritto, diretto e interpretato da Daniela Giordano, ma espresso attraverso una seducente molteplicità di linguaggi e declinato sui temi della multiculturalità. Sulla scena infatti saranno fondamentali i contributi di Jean Ndiaye per la danza e dei musicisti Ismaila Mbaye e Djibril Gningue, che vedremo anche in Finis Terrae. Attrice teatrale, televisiva e cinematografica e regista, membro e docente dell’International Theatre Istitute – UNESCO, Daniela Giordano non è nuova a questo tipo di contaminazioni e si interessa molto di interculturalità: è ideatrice e direttrice artistica della “Festa d’Africa – Festival Internazionale delle Culture dell’Africa Contemporanea” che si tiene a Roma. In Orpheus parte dal mito classico dove il protagonista cerca la sua Euridice, donna amata e perduta, forse morta: con la potenza della sua musica e dei sentimenti egli la seguirà fino agli inferi. Un viaggio che qui diviene percorso iniziatico, guidato dall’Amore: un modo per conoscere sé stesso. Un viaggio che sulla scena – in una sublime sintesi di codici diversi – prende le forme di una riflessione sul contemporaneo e sulle spinte multietniche che hanno trasformato la nostra società. Lo spettacolo unisce e utilizza differenti codici culturali prendendoli a prestito dall’Europa e dall’Africa, dalla poesia e dal teatro, dalla musica e dalla danza, cercando una koinée che unisca invece di creare barriere di comunicazione e sottolineando le convergenze che mettono in evidenza l’interdipendenza tra le culture, anche quelle apparentemente più lontane.

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BUONI A NULLA al IX FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI ROMA

Manifesto IX Festival Internazionale di Cinema di Roma

Manifesto IX Festival Internazionale di Cinema di Roma

da ” Il velino.it”

http://www.ilvelino.it/it/article/2014/09/29/rai-cinema-al-festival-del-film-di-roma-con-11-opere/7ef732b9-5408-407a-8c69-d6be178e7174/

Alla IX edizione del Festival Internazionale del Film di Roma Rai Cinema partecipa con sette film (di cui due in Alice nella città) e quattro documentari. Dal nuovo film di Gianni Di Gregorio “Buoni a nulla”, a “La foresta di ghiaccio” di Claudio Noce, a “Mio papà” di Giulio Base, un film che tratta il tema della paternità con un punto di vista attuale e inedito, a “Last Summer” l’opera prima di Leonardo Guerra Seràgnoli con un cast internazionale. Come sempre Rai Cinema rivolge grande attenzione al documentario e ai linguaggi innovativi proposti dal cinema del reale. Ecco in particolare i titoli che Rai Cinema ha contribuito a realizzare: LA FORESTA DI GHIACCIO di Claudio Noce (Cinema d’Oggi); I MILIONARI di Alessandro Piva (Cinema d’Oggi); BUONI A NULLA di Gianni Di Gregorio (Gala); LAST SUMMER di Leonardo Guerra Seràgnoli (Prospettive Italia); IO ARLECCHINO di Giorgio Pasotti e Matteo Bini (Wired Next Cinema); MIO PAPA’ di Giulio Base (Alice nella città – Fuori Concorso); LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T. S. SPIVET 3D di Jean Pierre Jeunet (Alice nella città – Fuori Concorso) di cui Rai Cinema ha acquisito i diritto per l’Italia insieme a IIF. I documentari: DUE VOLTE DELTA di Elisabetta Sgarbi (Prospettive Italia); LARGO BARACCHE di Gaetano Di Vaio (Prospettive Italia); LOOKING FOR KADIJA di Francesco G. Raganato (Prospettive Italia); VIAGGIO NELL’ANIMO DEI FIGLI DELLA SHOAH di Beppe Tufarulo (Eventi).

Manifesto IX Festival Internazionale di Cinema di Roma

Manifesto IX Festival Internazionale di Cinema di Roma

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BUONI A NULLA di Gianni DI Gregorio- Trailer ufficiale

trailer ufficiale BUONI A NULLA di Gianni Di Gregorio

Trailer Ufficiale del film Buoni a nulla diretto da Gianni Di Gregorio com Gianni Di Gregorio, Marco Marzocca, Valentina Lodovini, Daniela Giordano

Quante ingiustizie deve ancora subire il povero Gianni? Dai colleghi d’ufficio, alla vicina di casa pestilenziale, fino alle pretese impossibili della ex moglie, le angherie quotidiane sono infinite. Marco invece é un uomo buono, gentile, indifeso. Innamorato di Cinzia la giovane collega che lo schiavizza e lo illude. Bisognerebbe arrabbiarsi e imparare a farsi rispettare, ma come si fa? Da soli è difficile ma forse unendo le forze…

DATA USCITA: 23 ottobre 2014
ANNO: 2014
REGIA: Gianni Di Gregorio
SCENEGGIATURA: Giovanni Di Gregorio
ATTORI: Gianni Di Gregorio, Marco Marzocca, Valentina Lodovini, Daniela Giordano, Gianfelice Imparato, Marco Messeri, Camilla Filippi, Anna Bonaiuto
DISTRIBUZIONE: BIM
PAESE: Italia

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